
Acqua minerale e acqua del rubinetto: i rischi legati ai PFAS e all’acido (www.retemusealedeisibillini.it)
Nel dibattito sempre acceso sulla scelta tra acqua minerale e acqua del rubinetto, emergono nuovi dati e riflessioni.
Il recente test di Altroconsumo ha evidenziato la presenza di acido trifluoroacetico (TFA) in concentrazioni superiori ai limiti di riferimento usati per i PFAS (sostanze perfluoroalchiliche) in cinque marchi di acque minerali. Sebbene al momento non esista una normativa specifica per il TFA, la preoccupazione è alta, considerando che queste sostanze sono note per la loro persistenza ambientale e potenziale interferenza endocrina.
Un’indagine condotta da PAN Europe nel 2024 ha inoltre rilevato la presenza di acido perfluoracetico in ben il 94% dei campioni di acqua potabile analizzati in 11 Paesi europei, mettendo in evidenza come la contaminazione da PFAS sia un problema diffuso e non circoscritto solo all’acqua in bottiglia. La contaminazione da PFAS e TFA non riguarda esclusivamente le acque minerali, ma anche quella del rubinetto, rendendo la questione più complessa.
Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, l’acqua del rubinetto rimane comunque la scelta privilegiata, evitando gli impatti legati alla produzione e allo smaltimento delle bottiglie, soprattutto quelle in plastica. Per minimizzare i rischi di esposizione a sostanze nocive, è importante conoscere l’origine e la qualità delle fonti d’acqua, così come adottare eventuali sistemi di filtraggio domestico ove necessario.
Quale acqua bere? Il dossier de Il Fatto Alimentare
Per aiutare i consumatori a orientarsi in questa materia, Il Fatto Alimentare ha pubblicato qualche mese fa l’ebook gratuito “Quale acqua bere? Suggerimenti per un consumo consapevole”, redatto dai chimici Renato Cozzi, Pierpaolo Protti e Marco Montoli, esperti nel campo delle analisi alimentari e del trattamento delle acque.
Il dossier affronta la qualità dell’acqua sotto molteplici aspetti: l’origine, le caratteristiche chimico-fisiche, la sicurezza e l’utilità o meno dei filtri domestici. Viene altresì approfondito il confronto tra acqua minerale e acqua del rubinetto, evidenziando che non esiste una risposta univoca e che la scelta dipende anche da fattori personali e ambientali.
Nel testo sono presenti tabelle riassuntive con i principali problemi legati alle acque e i consigli degli esperti, oltre a una dettagliata bibliografia per chi desideri approfondire. L’ebook può essere richiesto gratuitamente scrivendo a redazione@ilfattoalimentare.it, rivolgendosi in particolare a studenti o chi non abbia la possibilità di effettuare una donazione.

Un punto cruciale evidenziato anche da un dibattito acceso tra consumatori ed esperti riguarda la differenza tra l’acqua confezionata in bottiglie di vetro e quella in plastica. Studi scientifici hanno mostrato che, a parità di temperatura, la carica batterica dell’acqua conservata in plastica può superare di molto quella dell’acqua in vetro (10 unità in vetro contro 15.000 in plastica), con un rischio maggiore di contaminazione da sostanze dannose come i PFAS.
Inoltre, l’estrazione e il trasporto di acqua minerale da fonti di pianura spesso sono caratterizzati da un massiccio impiego di mezzi pesanti, con centinaia di camion al giorno, che impattano negativamente sull’ambiente e sulle comunità locali. Fonti storiche e termali situate in zone montane, un tempo considerate “cru” di qualità superiore per l’acqua, rischiano così di essere sacrificate sull’altare dell’economia di scala e della pubblicità aggressiva.
Le acque minerali di alcune zone rinomate come le Langhe o Valdobbiadene, pur vantando una qualità riconosciuta, sono oggi oggetto di un intenso sfruttamento che può alterarne le caratteristiche naturali. Nel contempo, nelle scuole e nei luoghi pubblici di tali territori, spesso si preferisce l’acqua del rubinetto, ritenuta meno costosa e più sostenibile, ma non sempre gradita da tutti.
Il ruolo di Altroconsumo nella tutela del consumatore
Altroconsumo, associazione italiana fondata nel 1973, svolge un ruolo fondamentale nel fornire informazioni indipendenti e servizi di tutela ai consumatori. Con oltre 318.000 soci, l’organizzazione conduce test comparativi e analisi approfondite su prodotti e servizi, tra cui le acque potabili, per orientare gli utenti verso scelte consapevoli.
Negli ultimi anni, Altroconsumo ha ampliato la propria attività con class action, campagne di sensibilizzazione ambientale e iniziative volte alla riduzione dell’uso della plastica e dei pesticidi nocivi. L’associazione promuove inoltre progetti di sostenibilità e tutela della salute, riconoscendo l’importanza di un’informazione precisa per scegliere prodotti sicuri e rispettosi dell’ambiente.