Uno spazzolino contaminato può causare infezioni e alitosi. Ecco i metodi casalinghi più efficaci per disinfettarlo e conservarlo correttamente.
Lo spazzolino da denti, usato ogni giorno per mantenere pulita la bocca, può trasformarsi in un veicolo di germi, muffe e virus se non viene disinfettato correttamente. Il risciacquo sotto l’acqua non basta: residui organici, umidità costante e la prossimità al WC favoriscono la proliferazione microbica tra le setole. Una corretta igiene orale inizia anche dagli strumenti: trascurarne la pulizia può compromettere i benefici dello spazzolamento, con effetti diretti sulla salute di denti e gengive.
Perché la disinfezione dello spazzolino è fondamentale
Ogni giorno, durante l’uso, lo spazzolino entra in contatto con placca, saliva, cellule morte e microorganismi. Dopo l’uso, se lasciato in ambienti chiusi o umidi, diventa un ambiente favorevole alla crescita batterica. Questa contaminazione può essere reintrodotta in bocca a ogni lavaggio, peggiorando problemi preesistenti o causando alitosi, carie e infiammazioni gengivali. La situazione peggiora in caso di raffreddori, mal di gola o infezioni orali: lo stesso spazzolino, se non disinfettato, può contribuire a prolungare la malattia o trasmetterla ad altri.
Per questo, è utile adottare metodi efficaci e accessibili per la disinfezione. Alcuni ingredienti comuni presenti in casa possono fare la differenza. L’acqua ossigenata al 3%, ad esempio, è tra i più consigliati: immersione per 10-15 minuti, poi risciacquo accurato. Anche l’aceto bianco, lasciato agire per 30 minuti, offre un’azione antibatterica e antifungina naturale.
Chi preferisce soluzioni più delicate può utilizzare il bicarbonato di sodio, sciolto in acqua tiepida per una pulizia settimanale profonda. Un metodo pratico e immediato resta l’uso del collutorio antibatterico: basta versarne una piccola quantità in un bicchiere e immergere lo spazzolino per 15 minuti, eliminando funghi e batteri.
Conservazione corretta e sostituzione regolare
Una volta disinfettato, lo spazzolino va conservato in posizione verticale, con la testina esposta all’aria, in modo da favorire l’asciugatura. Cappucci chiusi, contenitori sigillati o l’eccessiva vicinanza ad altri spazzolini possono intrappolare umidità, facilitando nuovamente la proliferazione microbica. Meglio evitare anche il contatto diretto tra setole, soprattutto in bagni condivisi.
È buona norma tenerlo lontano dal WC, preferendo ripiani asciutti e ben ventilati. Anche in assenza di segni evidenti, lo spazzolino andrebbe cambiato ogni 3-4 mesi, o prima se le setole appaiono deformate o consunte.
Un’igiene orale efficace non passa solo dal dentifricio: richiede attenzione agli strumenti e alle abitudini quotidiane. Sottovalutare lo spazzolino significa trascurare la base stessa della salute della bocca. E prendersene cura non è complicato: basta un po’ di metodo, costanza e acqua pulita.